L'associazione AS.SE.DI

Come e quando è nata ASSEDI?

Il 1° maggio 2020 abbiamo svolto una video-riunione alla presenza di numerosissimi imprenditori titolari di centri diving, che ha segnato l’inizio del progetto. In meno di 50 giorni, il 17 giugno 2020, nasceva quindi AS.SE.D.I., che oggi conta 39 associati in 10 Regioni d’Italia, con una sezione dedicata alle imprese, di cui è Presidente Stefano Cellini.

Mission

Il primo obiettivo dell’Associazione è l’inserimento nell’elenco delle associazioni per le “Professioni non organizzate” ex legge 4/2013, che possano rilasciare un’attestazione relativa agli standard qualitativi e di qualificazione professionale ottenuti dai propri professionisti associati e dai relativi centri di immersione. In tal modo, miriamo ad innalzare il livello della qualità/affidabilità dei servizi diving a vantaggio del turismo subacqueo.

Tra gli altri obiettivi abbiamo la partecipazione ai processi di innovazione delle normative tecniche del nostro settore, l’identificazione dei corretti codici ateco della categoria dei nostri professionisti, rappresentare e difendere le loro esigenze nei confronti delle Istituzioni, in primis delle Autorità Marittime, nonché promuovere progetti di salvaguardia dell’ambiente marino.

Presidente Raffaele Parrella Vitale

Presidente: Avv. Raffaele Parrella Vitale

Presidente sezione imprese Stefano Cellini

Presidente sezione imprese: Stefano Cellini

Consiglio direttivo:

Riccardo Gambacorta
Roberta Eliodoro
Riccardo Buralli
Dharma Nettuno
Gabriele Ziino
Ilaria Gonelli
Stefano Cellini
Tony Scontrino
Andrea Severino

Responsabili regionali:

Liguria: Elena Colombo
Toscana: Gianmaria Vettore
Sicilia: Roberto Fedele
Lazio: Stefano Terribile
Sardegna: Corrado Azzali
Campania: Paola Tirone
Puglia: Lucio Rossi
Calabria: Roberta Eliodoro
Friuli: Riccardo Carulli
Veneto: Marco Bardollo

I risultati di AS.SE.DI.

Cosa ha ottenuto ASSEDI fino ad oggi?

Innanzitutto siamo diventati soci dell’UNI – Ente Italiano di Normazione – e come tali prenderemo parte ai processi di elaborazione delle normative tecniche del settore.

Stiamo per sottoscrivere una convenzione con l’Università La Sapienza di Roma e l’Inail per essere inseriti nei loro progetti di ricerca relativi alle attività professionali nell’ambiente iperbarico, che ci consentirà di ottenere una visibilità, sino ad oggi impensabile, sui tavoli delle Istituzioni che purtroppo ad oggi ancora ci ignorano.

Abbiamo inoltre già sottoscritto circa 15 convenzioni con fornitori regolarmente impiegati dai nostri associati, per assicurare loro vantaggi economici immediati nello svolgimento delle attività professionale.

Infine, abbiamo rappresentato la nascita della nostra associazione al Governo e a tutte le Autorità con le quali il settore è quotidianamente chiamata ad interagire, prime fra tutte le Capitanerie di Porto e le Aree Marine Protette. Tra queste ultime, ad esempio, siamo in contatto con l’Area Marina Protetta di Portofino per contribuire ad elaborare la figura di un “supervisore” ambientale che assicuri l’integrità dei fondali da parte dei turisti subacquei.

Come vede Assedi tra 5 anni?

Lavoriamo per diventare il riferimento unico dei professionisti della subacquea ricreativa in Italia e un soggetto organizzato, oltreché altamente qualificato, che di un mercato pressoché sconosciuto, che però ha molto da raccontare ed offrire all’interno dell’intera filiera del turismo italiano.

L’Italia, infatti, con oltre 7.000km di coste e circa 30 aree marine protette/parchi sommersi, ha l’obbligo morale di investire nella subacquea ricreativa, perché può rappresentare un ulteriore volano di ripresa economica per il settore turistico, che paga un prezzo altissimo per le restrizioni determinate dalla pandemia da Sars-cov-2.

Contiamo quindi di sensibilizzare gli operatori del settore a riunirsi sempre più in una voce sola, quella di ASSEDI, per avere sempre più forza “contrattuale” ed essere coinvolti in tutti i processi di elaborazione delle regolamentazioni che li coinvolgono, garantendo ai nostri associati tutele e vantaggi altrimenti non realizzabili, oltreché un aumento della propria visibilità nelle attività di promozione e di rilancio della destinazione Italia come meta privilegiata del turismo subacqueo nel Mediterraneo.